Fenomeni visti in modo globale | argomenti principali. |
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L'insegnamento-apprendimento e' opportuno che avvenga sempre avendo in mente uno "scopo da raggiungere", cioe' fare fisica con un obiettivo, di modo che l'obiettivo crei l'unita' d'azione. Non un fare per fare, ma fare per convergere su un obiettivo.
Pur concordando sugli esperimenti centrali, sono possibili diversi percorsi e modalita'.
Credo che l'etichettatura-identificazione del materiale sia significativa.
Es: i diversi comportamenti dei diversi carrelli della rotaia a cuscino d'aria.
Es: le differenze lievi ma ripetitive tra i multimetri.
Es: materiali non altrimenti identificabili: es: sassi.
La preparazione geometrica degli allievi risulta scadente.
Un'idea strategica e': cercare di fare la misura delle grandezze spaziali integrandola con le nozioni elementari di geometria.
Se parlo di: (estremizzando)
corpi a contatto | generalizzazione estrema | non capiscono |
beuta in becker | vista in laboratorio | capiscono |
corpo immerso in acqua | grado intermedio di generalita' |
cioe' parlando del concreto, meglio riferirsi al laboratorio, poi generalizzare, anche per gradi intermedi.
Rispetto alla meccanica e' meno usuale la generalizzazione: "mobile" in meccanica e' piu' facilmente capito che "corpo" in termologia.
r: dobbiamo rifarci al modo canonico di esprimere la proporzionalita' tra 2 grandezze variabili: il canone di proporzionalita' alla scuola superiore e' la funzione y=k*x, quindi ∆T = (1/c*m)*Q