^^Didattica scuola materna; suggerimenti, riflessioni didattiche.

Se la situazione e' ricca, e' facile e opportuno inventare assieme delle varianti

es: far mettere delle "rotaie" al treno di tappi a corona che si "sbirola" quando viene spinto.

Registrare

Nella registrazione scritta della discussione, usare un segno per indicare le pause, sospensioni, ... nel discorrere es: i puntini "..." o in tratto "___"

Un fenomeno si puo' concepire come una storia e trattare allo stesso modo:

es:
raccontami la storia di cosa sta succedendo
cosa faceva il tal personaggio (sistema) ?
e l'altro prima/dopo/intanto cosa faceva ?
la volta prima/attuale/dopo

Avere una provvista di buone illustrazioni.

indagare i fumetti, la pubblicita', l'immagine per vedere come rappresentano il movimento.

Realizzazione di un vocabolario grafico; gestuale.

Trattare il linguaggio grafico e gestuale come quello verbale

es: ricerca di nuove parole, precisazione di significati, ...

Atteggiamento proficuo: ci mettiamo un pezzettino ciascuno per andare avanti nel ragionamento.

Ma perche'? perche' questo diventa un atteggiamento fondamentale da utilizzare poi noi a nostra volta quando andiamo a lavorare coi b; cioe' l'idea che non dobbiamo sostituirci a loro, che non dobbiamo ammaestrarli (estremizzo un po', ma solo per capirci), che il nostro compito e' quello non di fare noi e dare noi le informazioni, ma di aiutarli piano piano, un po' ciascuno, ciascuno mette quello che ha, per costruire tutti insieme, sentire come un patrimonio comune cio' a cui siamo arrivati. Quindi qui qual e', secondo me, l'obiettivo fondamentale? capire in essenza che cosa intendiamo per vento. Il discorso dei segni di prima, voleva arrivare a questo; quindi, che cosa intendiamo per vento? Quando io soffio, faccio vento, e' un vento come un altro. La collega dice: ma quello e' uno ...

NON VOGLIO SANCIRE IN VESTE DI ESPERTO UN'OPINIONE PIUTTOSTOCHE UN'ALTRA, PERCHE' APPENA LO FACESSI, SUBITO SMETTEREMMO DI CONFRONTARCI; cio' che voglio comunicare prima di tutto non e' tanto la funzione di validazione dell'esperto o dell'insegnante, cio' che ritengo piu' importante e' rendersi conto dei diversi schemi-pensieri-rappresentazioni delle diverse persone e della necessita' di confrontarle-organizzarle al di la' del sapere-ri-conoscere quelle conformi alla scienza accreditata.
LA DIVERSITA' DI OPINIONI E' LA NORMA IN UNA SITUAZIONE DI APPRENDIMENTO APERTA, quindi il primo passo e' di AIUTARE I B A ESPRIMERE COME LA PENSANO, NON CONTRAPPORRE IL PROPRIO, quindi come insegnanti USCIRE DALL'EGOCENTRISMO DEL PROPRIO MODO DI PENSARE-VEDERE PER ASSUMERE QUELLO DELL'INTERLOCUTORE.

DIS-INTRECCI-O

rob: fare educazione scientifica a livello scuola materna vuol dire cominciare ad avere questa sensibilita' per disintrecciare queste cose che non sono assolutamente disintrecciate. Perche' se tu pensi di passare la distinzione dicendo: questo e' il vento, questa e' l'aria, sono 2 parole che non disintrecciano niente poiche' tante volte usi dire, come si sente dire, che "fuori c'e' l'aria" per dire che c'e' il vento. Quindi solo con le parole non arrivi da nessuna parte.
x: io intendevo: come le sperimentazioni ti portano a dire che in certe situazioni c'e' aria e in altre un vento
rob: daccordo per l'immersione nella situazione esperienziale, ma qual e' il criterio di distinzione? alla fine non le parole, ma le operativita'; piu' scendi con l'eta', cioe' con la padronanza linguistica-esperienziale-contestuale, piu' diventa difficile se non impossibile con le parole.

MariaLaura: nell'uso comune penso che molti concetti siano assimilati nella stessa parola. Noi tutti ci capiamo se dico in una giornata di marzo che fuori c'e' aria intendendo pero' il vento.
c: capisco dal contesto, indipendentemente dalla parola, ma allora la parola e' solo un'evocazione, un'associazione, non una spiegazione, una distinzione/assimilazione a un altro contesto
rob: non si riesce a spiegare la parola con le parole, proprio perche' la parola e' legata a tanti contesti.
Consiglio: quando si spiegano le parole, partire dal presupposto che abbiano piu' di un significato; dire tutti i significati che ci ricordiamo, consci di dimenticarne alcuni, e che saranno in parte o totalmente fraintesi; ma almeno in questo modo passo l'IDEA FONDAMENTALE DEI TANTI SIGNIFICATI PER UNA STESSA PAROLA. (ref: Sotto/sovra estensione semantica.)
MariaLaura: in questo caso specifico?
rob: i termini si usano uno per l'altro

IL SIGNIFICATO DELLA PAROLA, L'OGGETTO, LA SITUAZIONE, L'AZIONE, IL FENOMENO LI COSTRUISCO ATTRAVERSO LA CORRELAZIONE DEI LORO SEGNI.

MariaLaura: questi 2 modi, cioe' la differenza tra aria e vento?
rob: quando corro ... quando sono fermo ...
MariaLaura: non sento vento, e' il movimento che fa aria
rob: per velocita' di comunicazione diciamo "non sento vento", piu' correttamente noi dovremmo dire: TUTTE LE COSE SI MANIFESTANO ATTRAVERSO VARI SEGNI. Non c'e' vento perche': non sento vento sulla mia guancia, non sento il fastidio negli occhi, non sento il rumore di ... non vedo le foglie muoversi, ecc ... C'e' tutta una serie di, chiamiamoli segni, di quel qualcosa; e' importante cercare di cogliere tutti questi segni, NON FERMARSI ALLA PRONUNCIA DELLA PAROLA CHE PROBABILMENTE E' STIMOLATA IN MODO INCONSCIO DA MOLTI PIU' SEGNI DI QUELLI CHE ABBIAMO CONSCI se cominciamo a riflettere; il significato della parola lo costruisco attraverso la correlazione di tutti i segni.
Per brevita' diciamo "non c'e' vento", pero' se corro sento una serie di manifestazioni, una parte dei segni del vento li sento.
Perche'? Il vento c'e' o non c'e'? e se non c'e' il vento cosa c'e'?

FRAMMENTI DI CONOSCENZA

MariaLaura: la differenza tra aria e vento?
rob: quando corro ... quando sono fermo ...
MariaLaura: non sento vento, e' il movimento che fa aria
rob: Per brevita' diciamo "non c'e' vento", pero' se corro sento una serie di manifestazioni, una parte dei segni del vento li sento. Perche'? Il vento c'e' o non c'e'? e se non c'e' il vento cosa c'e'?
Giacomina: se sto correndo e mi chiedo: c'e' vento o cosa? ho creato probabilmente una situazione di vento momentaneo perche' se il vento e' una roba che centra con l'ARIA CALDA, allora probabilmente correndo ho creato una situazione di vento fra me e l'aria
rob: proviamo a riflettere sui dati sperimentali che controlliamo direttamente, senza andare a ripescare i FRAMMENTI DI CONOSCENZA SCOLASTICA o per sentito dire, perche' riesci solo ... che gli dai significato, tutti siamo capaci di dare significato alle espressioni che sentiamo, pero' spesso e' travisato.

LA NECESSITA' DI DISTINGUERE AL DI LA' DELLE PAROLE

rob: se chiamiamo vento il VENTO-ATMOSFERICO, con ad es 15 segni che ho individuato caratteristici della situazione ventosa, e tra questi c'e' che quando ci sono le foglie sugli alberi, devono muoversi, quello che succede a te quando corri sara' un'altra cosa che non e' vento, oppure possiamo dire vento-tipo1 al vento atmosferico e vento-tipo2 al vento-da-corsa. La necessita' di distinguere, al di la' delle parole che usiamo per le due situazioni, mentre invece lo spirito che spesso abbiamo e' che le parole sono le spiegazioni.

CLASSIFICAZIONE DEI FENOMENI, NON SOLO DEGLI OGGETTI

rob: "come e' fatto il vento?" e' analogo a "come e' fatto un gatto?" c'e' tutta una serie di aspetti che concorrono a dar forma a questi concetti. Voi come proseguireste?
x: possiamo richiedere ai b di osservare
rob: dobbiamo vedere quali sono le caratteristiche essenziali dei gatti
x: ah, stiamo parlando dei gatti? [risa]
rob: ma e' diverso parlare del vento?
x: ah, si
rob: al livello a cui lo stiamo facendo in questo momento per me sono la stessa cosa
MariaLaura: il principio e' uguale:
INDIVIDUIAMO LE CARATTERISTICHE DI CIO' CHE STIAMO CONOSCENDO: SIA ESSO UN OGGETTO INANIMATO, UN VIVENTE O UN'AZIONE
Giacomina: mi va bene quello che dice MariaLaura, pero' adesso stavamo facendo lo sforzo di individuare quelle del vento.