^^Solubilita' dell'aria in acqua.

Il processo di formazione dell’aria

La quantità di aria che può rimanere disciolta in soluzione nell’acqua è funzione della pressione e della temperatura. Questo legame è evidenziato dalla legge di Henry, il cui grafico sottoriportato permette di quantificare il fenomeno fisico di rilascio dell’aria contenuta nel fluido. A titolo di esempio: alla pressione assoluta costante di 2 bar, riscaldando l’acqua da 20°C a 80°C, la quantità d’aria rilasciata dalla soluzione è pari a 18 l per m3 di acqua. In accordo a questa legge si può notare come si abbia maggiore rilascio di aria dalla soluzione al crescere della temperatura ed al diminuire della pressione. Quest’aria si presenta sotto forma di microbolle con diametri nell’ordine dei decimi di millimetro. Nei circuiti degli impianti di climatizzazione vi sono dei punti specifici ove questo processo di formazione di microbolle avviene continuamente: nelle caldaie e nei dispositivi che operano in condizioni di cavitazione.

 

Microbolle di caldaia

Le microbolle si formano in modo continuo sulle superfici di separazione tra acqua e camera di combustione a causa delle alte temperature del fluido. Quest’ aria, trascinata dall’acqua, si raccoglie nei punti critici del circuito da dove deve essere evacuata. Una parte di essa viene riassorbita in presenza di superfici più fredde.

 

Microbolle di cavitazione

Le microbolle si sviluppano dove si hanno velocità del fluido molto elevate con una corrispondente diminuzione della pressione. Tali punti sono, tipicamente, le giranti delle pompe e le sedi di passaggio delle valvole di regolazione. Queste microbolle di aria e vapore, la cui formazione è accentuata in caso di acqua non deaerata, possono successivamente implodere in conseguenza del fenomeno di cavitazione.

 

 

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