epifanìa s. f. [dal lat. tardo
epiphanīa, gr.
ἐπιϕάνεια, in origine agg. neutro pl.,
«(feste) dell’apparizione» e quindi «manifestazione (della divinità)», da
ἐπιϕανής
«visibile», der. di ἐπιϕαίνομαι «apparire»].
– 1. La festività, che ricorre
il 6 gennaio, in cui si commemora la visita dei re Magi a Gesù in
ref: http://www.treccani.it/vocabolario/epifania/
ref: https://it.wiktionary.org/wiki/epifania
Manifestazione della divinità; nella religione cristiana, prima apparizione di Cristo; rivelazione.
Dal greco epiphàneia, manifestazioni della divinità, dal verbo epiphànein, composto di epì dall'alto e phànein apparire.
Un termine importante, di caratura eccezionale.
Questa parola ha una lunga storia, in ambito religioso. Le epifania (dato che in greco è un plurale), nell'antica Grecia erano le feste dedicate a una particolare divinità durante le quali essa si manifestava - anche solo nel naos, il cuore segreto e inaccessibile del tempio. Dopo che il Cristianesimo si fu installato sulle precedenti liturgie pagane, fu una sola l'epifania (nell'uso corrente, un singolare) a restare, quella di Cristo - con un chiaro assestamento durante il IV secolo. Questa celebrazione, che ricorre il 6 gennaio, ricorda la prima manifestazione "pubblica" di Cristo, con l'omaggio che gli fu reso dai Re Magi.
Svincolandosi da un significato strettamente religioso, l'epifania passa ad essere una generica rivelazione. Si tratta di un significato reso celebre da Joyce nella sua raccolta di racconti Dubliners: in questi, capita che un'esperienza, una situazione o l'osservazione di un particolare porti un personaggio a una profonda riconsiderazione di sé e della sua vita - una realizzazione improvvisa. Così si può parlare dell'epifania sulla propria salute schiusa da una malattia, dell'epifania che ci fa comprendere le ragioni di un comportamento, del libro che ci suscita un'epifania sull'importanza della bellezza: una sorta di illuminazione, qualcosa che, come ci ricorda l'etimo, ci appare dall'alto.
Nota finale: befana altro non è che una storpiatura di epifania.
Sui Re Magi ho qualche dubbio. Non ci sono re nel vangelo di Matteo, che è
l'unico che ne parla tra i quattro canonici. Magus (pl. Magi) è un saggio, un
veggente, un astronomo-astrologo, un "guru", magari dotato di qualche potere di
preveggenza (una "siddhi" si direbbe in India). I tre Magi sono dunque o tre
indovini-astrologi, o, nel più spirituale dei casi, dei santi, delle persone
spiritualmente evolute, tanto da prevedere eventi futuri, o lontani, per il loro
essere in contatto con l'elemento divino. Del resto il vangelo è ambientato in
epoca storica e i re dell'epoca, nella regione, sono ben noti. In altre lingue
infatti non sono affatto re. Nella versione inglese, per dire, sono the three
wise men, i tre saggi.
I "re" sono una corruzione popolare, un po' come il passaggio del Mar Rosso, di
cui non c'è traccia nella bibbia (per passare dall'Egitto al Sinai passi il
delta del Nilo, le "acque" che si aprono sono quelle del Nilo).
Giusta osservazione! E noi non vogliamo certo mettere in dubbio il tuo dubbio storico: quanti se ne potrebbero sollevare, circa le narrazioni religiose! Ma nella tradizione dell'epifania, da noi, il richiamo ai Re Magi è pacifico.
I re magi o stregoni furono condotti mediante una "stella", da Gesù. Ma alla fine morirono molti bambini , per togliere di mezzo il futuro Messia. Tenuto conto che nella Bibbia gli stregoni , siano anche re,fa lo stesso, non vengono lodati, si deduce che non fu Dio a guidarli, ma chi voleva morto il figlio di Dio.
Nuovi impensati scenari si aprono sull'adorazione dei Re Magi.
Epifanìa e epifània si differenziano nell'accento.
ref: https://unaparolaalgiorno.it/significato/epifania
Rob: cosi' mi viene da dire "epifania di Pasqua" per riferirmi alla prima apparizione di Gesu' risorto.
Avevo un amico che si chiamava Epifàno.