critical race theory, queer theory.
wp Woke (ideologia) | Post-civi rights era in African-American history
wp Critical race theory (CRT) non c'e' in italiano
is an interdisciplinary academic field focused on the relationships between social conceptions of race and ethnicity, social and political laws, and media. CRT also considers racism to be systemic in various laws and rules, and not only based on individuals' prejudices. The word critical in the name is an academic reference to critical thinking, critical theory, and scholarly criticism, rather than criticizing or blaming individuals.
Suo uso degradato strumentale huffingtonpost
wp/Teoria queer è una teoria critica sul sesso e sul genere emersa all'inizio 1990.
11-12-2020 yt La Francia Mondiale
@flexdobb0066
Temo che la lotta che la Francia intende fare contro il movimento "woke" sia
persa in partenza. Questo movimento si basa su orde di guru e relativi adepti
delle generazioni più giovani (millenials, Z) che portano avanti battaglie
sociali per lo più sui social network. Queste battaglie hanno alla base dei
giusti ideali (contrasto al razzismo, sessismo, omofobia e eccetera) ma sono
portate avanti in maniera ideologica e con metodi squadristi.
È sufficiente pensare alla cancel culture , al politically correct,
all'invenzione di nuovi buffi termini, agli asterischi, alla distruzione delle
statue, al vedere discriminazione ovunque anche quando non c'è e al continuo
denignare la civiltà e la storia occidentale . Un esempio di quest'ultimo
elemento lo si può trovare nella narrazione che i woke fanno su alcune tematiche
storiche come lo schiavismo e le crociate.
La cosa peggiore è che questa cultura woke è protetta da quel falso velo del
"noi siamo i buoni" che la mette al riparo da tutte le critiche, anche
ragionate, che le vengono poste e per cui i critici vengono additati con i
peggiori termini. Un discorso similare si potrebbe fare per un certo
ambientalismo che non tiene conto delle conseguenze economiche di tali scelte e
che rifiuta l'energia nucleare.
E mentre noi occidentali ci suicidiamo a suon di cultura woke in Cina e Russia
se la ridono.
(anche 1,7 miliardi di musulmani)
La nostra neollngua e' un linguaggio binario.
Siamo affetti da un bene incurabile.
@Boney1992
Che la Francia, al di là del movimento woke, sia in grado di assimilare i
musulmani è tutto da vedere.
La cultura islamica (che, attenzione, non va ridotta alla sola religione) è
molto forte e assertiva, e in generale non è affatto arrendevole rispetto alle
influenze esterne. Inoltre, i musulmani tendenzialmente non riconoscono una
superiorità morale o civile all'Occidente, e quindi non sono certo proni a farsi
inglobare. Gli interessano le nostre competenze tecniche e organizzative, non il
nostro modo di declinare il mondo. Perfino in paesi come la Turchia dove lo
Stato si è fatto attivo promotore del laicismo e dell'occidentalizzazione, i
valori tradizionali della civiltà islamica sono ben vivi. Sinceramente non
ricordo casi di paesi non musulmani che siano riusciti a assimilare vaste masse
di musulmani. Forse la Russia potrebbe essere l'unico possibile esempio, visto
che tra Caucaso e Asia centrale ha comunque gestito vaste popolazioni musulmane
senza scoppiare (e anche in quel caso tra Imam Shamil, ceceni, difficoltà a
controllare le repubbliche sovietiche musulmane ha avuto i suoi grossi problemi)
.
Inoltre i musulmani in Francia sono già molti e in crescita peraltro. Perché mai
dovrebbero accettare l'assimilazione unilaterale da parte dello Stato francese
data la loro forza, quando aspettando potranno imporre le loro condizioni
quantomeno da una posizione di parità?
@AlessioC97x
Che delusione… Io conosco da poco Fabbri, lo avevo ascoltato in tv alcune volte
e mi sembrava estremamente intelligente, ma in questo video la sua analisi sul
fenomeno Woke è assolutamente fuori dal mondo, non so se fatta in mala fede
oppure semplicemente non conosce bene questo movimento.
Io studio all’università nell’ambito delle scienze sociali, e ho analizzato in modo capillare la fenomenologia della cultura woke, con i suoi derivati, quali ad esempio la Cancel Culture.
Dire che la cultura woke difende i diritti umani è assolutamente falso, per fortuna le nostre leggi in Occidente e la nostra Costituzione già difendono i diritti umani, e i Woke non si mobilitano per far rispettare le leggi esistenti o farne approvare democraticamente altre, affatto.
Il movimento woke è innanzitutto un’ideologia, che ha sviluppato una sua prospettiva arbitraria sul mondo, delle sue tesi, e dei suoi metodi, il tutto all’interno di una bolla ideologica totalmente staccata dal resto della società e che non viene discussa a livello democratico ma viene imposta attraverso atteggiamenti eversivi, di squadrismo, e di terrorismo.
Partiamo dal presupposto che i woke sono antidemocratici, hanno un approccio
dogmatico, per cui le loro idee sono intrinsecamente giuste e per questo devono
essere imposte, non esiste quindi spazio per la discussione democratica.
Prendiamo una delle loro idee che ha fatto più scalpore, anche se personalmente
non la reputo affatto tra le più gravi: l’iconoclastia.
Quindi la decisione arbitraria di andare a distruggere statue che a loro non
piacciono, in modo del tutto arbitrario, senza discussioni pubbliche, e oltre le
statue si è fatto con moltissimi altri prodotti della cultura e dell’arte:
statue di Colombo, di Lincoln, di Churchill, di D’Annunzio, della regina
Vittoria, di Thomas Jefferson, altri personaggi e artisti storici cancellati
come Omero, Mozart, Dr. Seuss, Nathaniel Howthorne, David Hume, William
Shakespeare, idem per alcuni film e prodotto artistici del passato…
Ma oltre questo, la cosa più grave è la soppressione della pluralità
d’opinione e del dibattito pubblico civile.
Infatti i Woke hanno apertamente detto come funziona il loro metodo: hanno
svariati gruppi sul web, echo chambers, capitanati spesso da pagine o
influencer, da lì monitorano ciò che succede ed eventuali opinioni “non
gradite”, appena trovano qualcuno che dice o fa qualcosa che LORO non
gradiscono, anche se perfettamente legale e legittimo, si mobilitano in massa
contro di lui/lei attraverso shitstorm, boicottaggi, sabotaggi, diffamazioni, e
pressioni di massa verso aziende e giornali per “cancellarlo”, quindi fare in
modo che venga isolato completamente dalla società e dal mondo professionale.
Questo è una sorta di squadrismo web che mira alla repressione della pluralità
d’opinione e alla prevenzione del dissenso, quindi: o la pensi come noi, o vieni
cancellato.
Il problema è che le regole le mettono loro, loro dicono cosa si può dire o no, cosa si può fare o no, in modo arbitrario e senza una vera discussione democratica nazionale su questi temi.
In Italia ad esempio è successo ben 2 volte contro Marco Crepaldi, uno
psicologo sociale che aveva mosso delle critiche ad alcune frange radicali del
femminismo, è successo a Massimo Recalcati, altro psicologo di fama
internazionale per lo stesso motivo, è successo all’associazione Perseo, un
centro antiviolenza che si era posto l’obiettivo di accogliere anche uomini, ed
ha ricevuto lettere minatorie, attacchi coordinati, sfregi alle auto e
diffamazioni che ha denunciato più volte la stessa proprietaria dell’ente, è
successo ad Antonella Baiocchi, assessore alle pari opportunità per aver
invitato in una conferenza sulle problematiche di genere anche Davide Stasi per
parlare del problema dei padri separati e delle violenze domestiche subite da
uomini (ha dovuto revocare l’invito per via delle minacce e attacchi di massa
che erano arrivati).
Proprio oggi, è successo lo stesso al linguista famosissimo Raffaele Simone, per
aver pubblicato un articolo su Domani in cui spiegava (in coerenza con quanto
detto anche dall’Accademia della Crusca), perché lo shawa non avesse senso
nell’italiano, cosa che ha generato una shitstorm e minacce tali da spingerlo a
scrivere una lettera di denuncia sulla gravità di ciò che stava subendo.
Un altro caso assurdo è quello accaduto a Madame (la cantante) per una storia
Instagram in cui diceva di amare gli uomini e che scatenò una shitstorm enorme
totalmente senza senso.
In America è però molto peggio, ci sono stati casi emblematici di Jordan
Peterson, James Damore, JK Rowling e Gina Carano.
Ma il caso che più mi ha sconvolto è quello del professor Peter Boghossian, che
attraverso uno studio diventato poi famosissimo aveva smascherato i discutibili
metodi di ricerca e pubblicazione degli studi di genere, vi invito ad informarvi
su tutta la storia, per via di questo fatto venne vessato, minacciato e venne
resa la sua vita impossibile per anni tanto che pochi giorni fa scrisse una
lettera dove denunciava tutto e annunciava di ritirarsi dall’Università.
Altri casi piuttosto sconvolgenti sono stati quelli del licenziamento del
doppiatore americano di Apu “perché bianco”, o dei traduttori europei di Amanda
Gorman licenziati perché bianchi. Per non parlare di ciò che accadde al
professore Will Knowland e a vari altri professori per aver espresso tesi
scientifiche non allineate con l’ideologia Woke.
Ultimissimi casi di questa settimana: la professoressa Kathleen Stock che, per aver espresso una tesi scientifica su sesso e genere, ha ricevuto attacchi di massa e minacce, tanto che sui giornali si parla di un assedio con armi e torce, tanto da essere stata costretta ad assumere delle guardie del corpo e farsi scortare, e aver attivato una linea telefonica diretta con la polizia locale; poi, la cancellazione del brano dei Rolling Stones “Brown Sugar”, cui lo stesso chitarrista Keith Richards risponderà sconvolto perché non riesce a capire cosa ci sia di strano nella canzone tanto da non poterla più suonare dal vivo, e la cancellazione del comico Dave Chepalle (anche se in questo caso Netflix si è messa di traverso e lo sta proteggendo).
Anche Barack Obama si è più volte espresso contro la Cancel culture e il
fenomeno Woke.
Inoltre è stata pubblicata una lettera l’anno scorso da uh gruppi di 150
intellettuali, tra cui Noam Chomsky, che avvivavano della pericolosità di questo
fenomeno.
Direi che Fabbri qui ha preso proprio una cantonata, descrivere in modo così superficiale il movimento Woke senza segnalare tutte le derive squadriste, violente, sovversive, antidemocratiche e terroristiche è assurdo. Davvero.
Harvard Università_di_Harvard | Gay rettore di Harvard
New York riconosce solo 31 diverse identità di genere (uomo, donna, trans, pangender, genderqueer, drag queen, bi-gender, androgyne ecc.), mentre Facebook ben 58.
wp/Claremont_Institute | www.claremont.org
DEI Diversity Equity Inclusion wp
@carloditullio2768
Mi sembra scontato che nel momento in cui si cerca di produrre enclaves
internamente omogenee con forti connotazioni identitarie, l'effetto sia
naturalmente quello della moltiplicazione dei conflitti. Lo scambio costruttivo
fra culture viene negato a fronte di aspre lotte per il dominio.
Io prendo i pop-corn, sarà molto interessante.
@danielebertolini3890
In genere apprezzo molto gli approfondimenti di Limes. In questo caso, pero', mi
pare che il Dr Petroni abbia fornito una rappresentazione non del tutto corretta
della situazione in esame, raffigurando le policies di DEI come volte a
promuovere il multiculturalismo. In realta', c'e' chi sostiene, non senza
ragioni, che la cultura della "diversity" cozzi frontalmente con l'idea di una
societa' aperta e multiculturale. Inoltre, non sono solo i conservatori ad
avversare tali policies, ma anche molti liberals che vedono nella cultura della
"diversity" una cultura dell'intolleranza incompatibile con i cardini liberali
della cultura americana. Infine, il Dr Petroni non ha affrontato il tema
cruciale dell'impatto della DEI sulle assunzioni dei professori universitari e
sulla adozione da parte degli hiring committees del criterio di appartenenza
etnica come criterio di scelta dei candidati (spesso, si dice, a prescindere dai
meriti e dalle competenze oggettive).
From the river to the sea Palestina will be free.