^^woke, DEI Diversity Equity Inclusion, lgbt.

critical race theory, queer theory.

 

wp Woke (ideologia) | Post-civi rights era in African-American history

 

wp Critical race theory (CRT) non c'e' in italiano

is an interdisciplinary academic field focused on the relationships between social conceptions of race and ethnicity, social and political laws, and media. CRT also considers racism to be systemic in various laws and rules, and not only based on individuals' prejudices. The word critical in the name is an academic reference to critical thinking, critical theory, and scholarly criticism, rather than criticizing or blaming individuals.

Suo uso degradato strumentale huffingtonpost

 

wp/Teoria queer   è una teoria critica sul sesso e sul genere emersa all'inizio 1990.

 

22-10-2021 yt Francia vs woke. 

  1.  l'adozione dell'ideologia woke da parte dell'occidente, impedisce in particolare ai francesi di  praticare l'assimilazione degli africani presenti in Francia.
  2. gli USA usano la loro inflluenza affinche' gli stati occidentali usino l'ideologia woke, critincando il non rispetto delle diversita', di modo che gli stranieri non siano assimilati, ma solo integrati
  3. gli USA invece assimilano gli immigrati, con la violenza della spoliazione della loro cultura.
  4. 04-12-2020 yt  Che Francia pensa Macron?

    11-12-2020 yt  La Francia Mondiale


@flexdobb0066
Temo che la lotta che la Francia intende fare contro il movimento "woke" sia persa in partenza. Questo movimento si basa su orde di guru e relativi adepti delle generazioni più giovani (millenials, Z) che portano avanti battaglie sociali per lo più sui social network. Queste battaglie hanno alla base dei giusti ideali (contrasto al razzismo, sessismo, omofobia e eccetera) ma sono portate avanti in maniera ideologica e con metodi squadristi.
È sufficiente pensare alla cancel culture , al politically correct, all'invenzione di nuovi buffi termini, agli asterischi, alla distruzione delle statue, al vedere discriminazione ovunque anche quando non c'è e al continuo denignare la civiltà e la storia occidentale . Un esempio di quest'ultimo elemento lo si può trovare nella narrazione che i woke fanno su alcune tematiche storiche come lo schiavismo e le crociate.
La cosa peggiore è che questa cultura woke è protetta da quel falso velo del "noi siamo i buoni" che la mette al riparo da tutte le critiche, anche ragionate, che le vengono poste e per cui i critici vengono additati con i peggiori termini. Un discorso similare si potrebbe fare per un certo ambientalismo che non tiene conto delle conseguenze economiche di tali scelte e che rifiuta l'energia nucleare.
E mentre noi occidentali ci suicidiamo a suon di cultura woke in Cina e Russia se la ridono.

(anche 1,7 miliardi di musulmani)

 

wp/Philippe_Muray  "L'impero del bene" 1991 google/books

La nostra neollngua e' un linguaggio binario.

Siamo affetti da un bene incurabile.

 

@Boney1992
Che la Francia, al di là del movimento woke, sia in grado di assimilare i musulmani è tutto da vedere.
La cultura islamica (che, attenzione, non va ridotta alla sola religione) è molto forte e assertiva, e in generale non è affatto arrendevole rispetto alle influenze esterne. Inoltre, i musulmani tendenzialmente non riconoscono una superiorità morale o civile all'Occidente, e quindi non sono certo proni a farsi inglobare. Gli interessano le nostre competenze tecniche e organizzative, non il nostro modo di declinare il mondo. Perfino in paesi come la Turchia dove lo Stato si è fatto attivo promotore del laicismo e dell'occidentalizzazione, i valori tradizionali della civiltà islamica sono ben vivi. Sinceramente non ricordo casi di paesi non musulmani che siano riusciti a assimilare vaste masse di musulmani. Forse la Russia potrebbe essere l'unico possibile esempio, visto che tra Caucaso e Asia centrale ha comunque gestito vaste popolazioni musulmane senza scoppiare (e anche in quel caso tra Imam Shamil, ceceni, difficoltà a controllare le repubbliche sovietiche musulmane ha avuto i suoi grossi problemi) .
Inoltre i musulmani in Francia sono già molti e in crescita peraltro. Perché mai dovrebbero accettare l'assimilazione unilaterale da parte dello Stato francese data la loro forza, quando aspettando potranno imporre le loro condizioni quantomeno da una posizione di parità?

 

@AlessioC97x
Che delusione… Io conosco da poco Fabbri, lo avevo ascoltato in tv alcune volte e mi sembrava estremamente intelligente, ma in questo video la sua analisi sul fenomeno Woke è assolutamente fuori dal mondo, non so se fatta in mala fede oppure semplicemente non conosce bene questo movimento.

Io studio all’università nell’ambito delle scienze sociali, e ho analizzato in modo capillare la fenomenologia della cultura woke, con i suoi derivati, quali ad esempio la Cancel Culture.

Dire che la cultura woke difende i diritti umani è assolutamente falso, per fortuna le nostre leggi in Occidente e la nostra Costituzione già difendono i diritti umani, e i Woke non si mobilitano per far rispettare le leggi esistenti o farne approvare democraticamente altre, affatto.

Il movimento woke è innanzitutto un’ideologia, che ha sviluppato una sua prospettiva arbitraria sul mondo, delle sue tesi, e dei suoi metodi, il tutto all’interno di una bolla ideologica totalmente staccata dal resto della società e che non viene discussa a livello democratico ma viene imposta attraverso atteggiamenti eversivi, di squadrismo, e di terrorismo.

Partiamo dal presupposto che i woke sono antidemocratici, hanno un approccio dogmatico, per cui le loro idee sono intrinsecamente giuste e per questo devono essere imposte, non esiste quindi spazio per la discussione democratica.
Prendiamo una delle loro idee che ha fatto più scalpore, anche se personalmente non la reputo affatto tra le più gravi: l’iconoclastia.
Quindi la decisione arbitraria di andare a distruggere statue che a loro non piacciono, in modo del tutto arbitrario, senza discussioni pubbliche, e oltre le statue si è fatto con moltissimi altri prodotti della cultura e dell’arte: statue di Colombo, di Lincoln, di Churchill, di D’Annunzio, della regina Vittoria, di Thomas Jefferson, altri personaggi e artisti storici cancellati come Omero, Mozart, Dr. Seuss, Nathaniel Howthorne, David Hume, William Shakespeare, idem per alcuni film e prodotto artistici del passato…

Ma oltre questo, la cosa più grave è la soppressione della pluralità d’opinione e del dibattito pubblico civile.
Infatti i Woke hanno apertamente detto come funziona il loro metodo: hanno svariati gruppi sul web, echo chambers, capitanati spesso da pagine o influencer, da lì monitorano ciò che succede ed eventuali opinioni “non gradite”, appena trovano qualcuno che dice o fa qualcosa che LORO non gradiscono, anche se perfettamente legale e legittimo, si mobilitano in massa contro di lui/lei attraverso shitstorm, boicottaggi, sabotaggi, diffamazioni, e pressioni di massa verso aziende e giornali per “cancellarlo”, quindi fare in modo che venga isolato completamente dalla società e dal mondo professionale.
Questo è una sorta di squadrismo web che mira alla repressione della pluralità d’opinione e alla prevenzione del dissenso, quindi: o la pensi come noi, o vieni cancellato.

Il problema è che le regole le mettono loro, loro dicono cosa si può dire o no, cosa si può fare o no, in modo arbitrario e senza una vera discussione democratica nazionale su questi temi.

In Italia ad esempio è successo ben 2 volte contro Marco Crepaldi, uno psicologo sociale che aveva mosso delle critiche ad alcune frange radicali del femminismo, è successo a Massimo Recalcati, altro psicologo di fama internazionale per lo stesso motivo, è successo all’associazione Perseo, un centro antiviolenza che si era posto l’obiettivo di accogliere anche uomini, ed ha ricevuto lettere minatorie, attacchi coordinati, sfregi alle auto e diffamazioni che ha denunciato più volte la stessa proprietaria dell’ente, è successo ad Antonella Baiocchi, assessore alle pari opportunità per aver invitato in una conferenza sulle problematiche di genere anche Davide Stasi per parlare del problema dei padri separati e delle violenze domestiche subite da uomini (ha dovuto revocare l’invito per via delle minacce e attacchi di massa che erano arrivati).
Proprio oggi, è successo lo stesso al linguista famosissimo Raffaele Simone, per aver pubblicato un articolo su Domani in cui spiegava (in coerenza con quanto detto anche dall’Accademia della Crusca), perché lo shawa non avesse senso nell’italiano, cosa che ha generato una shitstorm e minacce tali da spingerlo a scrivere una lettera di denuncia sulla gravità di ciò che stava subendo.
Un altro caso assurdo è quello accaduto a Madame (la cantante) per una storia Instagram in cui diceva di amare gli uomini e che scatenò una shitstorm enorme totalmente senza senso.

In America è però molto peggio, ci sono stati casi emblematici di Jordan Peterson, James Damore, JK Rowling e Gina Carano.
Ma il caso che più mi ha sconvolto è quello del professor Peter Boghossian, che attraverso uno studio diventato poi famosissimo aveva smascherato i discutibili metodi di ricerca e pubblicazione degli studi di genere, vi invito ad informarvi su tutta la storia, per via di questo fatto venne vessato, minacciato e venne resa la sua vita impossibile per anni tanto che pochi giorni fa scrisse una lettera dove denunciava tutto e annunciava di ritirarsi dall’Università.
Altri casi piuttosto sconvolgenti sono stati quelli del licenziamento del doppiatore americano di Apu “perché bianco”, o dei traduttori europei di Amanda Gorman licenziati perché bianchi. Per non parlare di ciò che accadde al professore Will Knowland e a vari altri professori per aver espresso tesi scientifiche non allineate con l’ideologia Woke.

Ultimissimi casi di questa settimana: la professoressa Kathleen Stock che, per aver espresso una tesi scientifica su sesso e genere, ha ricevuto attacchi di massa e minacce, tanto che sui giornali si parla di un assedio con armi e torce, tanto da essere stata costretta ad assumere delle guardie del corpo e farsi scortare, e aver attivato una linea telefonica diretta con la polizia locale; poi, la cancellazione del brano dei Rolling Stones “Brown Sugar”, cui lo stesso chitarrista Keith Richards risponderà sconvolto perché non riesce a capire cosa ci sia di strano nella canzone tanto da non poterla più suonare dal vivo, e la cancellazione del comico Dave Chepalle (anche se in questo caso Netflix si è messa di traverso e lo sta proteggendo).

Anche Barack Obama si è più volte espresso contro la Cancel culture e il fenomeno Woke.
Inoltre è stata pubblicata una lettera l’anno scorso da uh gruppi di 150 intellettuali, tra cui Noam Chomsky, che avvivavano della pericolosità di questo fenomeno.

Direi che Fabbri qui ha preso proprio una cantonata, descrivere in modo così superficiale il movimento Woke senza segnalare tutte le derive squadriste, violente, sovversive, antidemocratiche e terroristiche è assurdo. Davvero.

25-1-2024 yt La crisi delle università degli Usa. Il caso Harvard/Gay e il declino degli Stati Uniti

Harvard  Università_di_Harvard  | Gay rettore di Harvard

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  1. wp/Maps_of_Meaning:_The_Architecture_of_Belief
  2. wp/12_regole_per_la_vita._Un_antidoto_al_caos
  3. 10-1-2017 tutta-la-violenza-delle-menzogne-lgbt

    New York riconosce solo 31 diverse identità di genere (uomo, donna, trans, pangender, genderqueer, drag queen, bi-gender, androgyne ecc.), mentre Facebook ben 58.

  4. this-canadian-prof-defied-sjw-on-gender-pronouns
  5. 6-1-2023 psicologo-anti-lgbt-radiato-dallordine-dovra-seguire-un-corso-di-rieducazione

 

wp/Claremont_Institute | www.claremont.org

emma-ashford

DEI  Diversity Equity Inclusion  wp

 

@carloditullio2768
Mi sembra scontato che nel momento in cui si cerca di produrre enclaves internamente omogenee con forti connotazioni identitarie, l'effetto sia naturalmente quello della moltiplicazione dei conflitti. Lo scambio costruttivo fra culture viene negato a fronte di aspre lotte per il dominio.
Io prendo i pop-corn, sarà molto interessante.

@danielebertolini3890
In genere apprezzo molto gli approfondimenti di Limes. In questo caso, pero', mi pare che il Dr Petroni abbia fornito una rappresentazione non del tutto corretta della situazione in esame, raffigurando le policies di DEI come volte a promuovere il multiculturalismo. In realta', c'e' chi sostiene, non senza ragioni, che la cultura della "diversity" cozzi frontalmente con l'idea di una societa' aperta e multiculturale. Inoltre, non sono solo i conservatori ad avversare tali policies, ma anche molti liberals che vedono nella cultura della "diversity" una cultura dell'intolleranza incompatibile con i cardini liberali della cultura americana. Infine, il Dr Petroni non ha affrontato il tema cruciale dell'impatto della DEI sulle assunzioni dei professori universitari e sulla adozione da parte degli hiring committees del criterio di appartenenza etnica come criterio di scelta dei candidati (spesso, si dice, a prescindere dai meriti e dalle competenze oggettive).

 

 

From the river to the sea Palestina will be free.